Il complesso del granuloma eosinofilo è una malattia dermatologica che
colpisce con una certa frequenza il gatto. Poco si conosce di questa affezione,
la cui causa è ancora poco chiara e la cui cura non sempre è risolutiva. |
UN
"COMPLESSO" DIFFICILE | Tra
i problemi che possono interessare la pelle dei nosri amici gatti, uno dei più
comuni è il granuloma eosinofilo. Il termine "granuloma"
indica un'aggregazione di cellule caratterizzata dalla presenza di uno stato infiammatorio,
mentre quello di "eosinofilo" sottintende l'abbondante presenza, nelle
stesse cellule, dei cosiddetti granulociti eosinofili, un particolare tipo di
globuli bianchi. L'origine dell'affezione non è stata ancora chiarita,
mentre la sua localizzazione e le sue manifestazioni sono piuttosto diversificate,
al punto da far sospettare l'esistenza di cause differenti alla sua base.
Si tratta, pertanto, di una malattia che, sebbene ben conosciuta ed ampiamente
documenata, nasconde tuttavia ancora molti lati oscuri. |
E'
SEMPRE LA STESSA MALATTIA? |
Il
granuloma eosinofilo
(chiamato anche granuloma eosinofilico) felino può manifestarsi in molti
modi: per questo molti dermatologi veterinari ritengono che le diverse lesioni
possano essere l'espressione di un'unica malattia, il "complesso del granuloma
eosinofilo".
Il granuloma lineare si localizza sulla faccia posteriore di una o di entrambe
le cosce: si nota un'area infiammata di forma allungata, caratterizzata da prurito,
arrossamento e caduta del pelo. Il leccamento del gatto peggiora, poi, la
situazione, esasperando l'infiammazione e aumentando il rischio di una nuova infezione
batterica.
L'ulcera
indolente riguarda il labbro superiore e si manifesta con un piccolo nodulo
circoscritto, che tende (per l'azione irritativa della lingua) ad assumere con
il trascorrere dei giorni un aspetto crateriforme. Interessa per lo più
un solo labbro, ma può anche essere bilaterale. La
placca eosinofilica è un'alterazione infiammaatoria, di solito sul
tronco, che spesso tende ad ulcerarsi. L'aspetto è umido ed il prurito
notevole. L'arrossamento si accompagna in genere ad alopecia e ad infezione secondaria. Una
delle più frequenti parti del corpo colpite dal granuloma eosinofilo riguarda
la bocca ed in particolare la faringe. Sulla mucosa del cavo orale,
vicino alla gola, si nota una spiccata infiammazione, che conferisce all'animale
dolore e gli impedisce di alimentarsi correttamente. E' una delle forme di
granuloma eosinofilo più gravi, anche perchè è più
difficile da trattare. |
LA CAUSA E' TUTTORA SCONOSCIUTA |
La
causa del complesso del granuloma eosinofilico non è stata ancora esattamente
individuata. Secondo alcuni si tratterebbe di una malattia autoimmune: per
motivi non ben chiari, il sistema immunitario del micio produrrebbe anticorpi
contro il proprio organismo, determinando lesioni caratteristiche. Altri si
basano sul fatto che i granulociti eosinofili sono cellule che aumentano di numero
durante parassitosi ed allergie: la loro aggregazione a formare le lesioni
sopra descritte, dunque, potrebbero rappresentare il quadro di un'infestazione
da ectoparassiti o da endoparassiti, così come di una forma di ipersensibilità
su base inalatoria o alimentare. Altri ancora, infine, ipotizzano la presenza
di più fattori predisponenti: in particolare, sono chiamati in causa lo
stress, i virus (primi tra tutti FeLV e FIV) ed i batteri. E' possibile, però,
giustificare alcuni casi clinici con la concomitanza di più cause tra quelle
citate, in quanto è stata segnalata la presenza contemporanea di due o
più localizzazioni di granuloma eosinofilo nello stesso gatto. |
GLI
ESAMI UTILI | Per
essere certi che il problema del nostro gatto consista in una forma di granuloma
eosinofilo, è necessario fare alcune analisi specifiche. L'esame delle
feci serve ad escludere la presenza di parassiti intestinali, l'analisi del sangue
a verificare l'aumento dei granulociti eosinofili, l'ago aspirato a scoprire quali
cellule siano presenti nella parte colpita. Ciò che, però, si
rivela essenziale in molti casi è l'esame istopatologico: dopo aver sedato
il gatto, il veterinario asporta un frammento della lesione e lo invia in laboratorio
per un'analisi microscopica del tessuto che lo compone. |
TUTTE
LE CURE POSSIBILI | L'ipotesi
che alla base del complesso del granuloma eosinofilico felino possano esistere
diverse cause è avvalorata dalla differente risposta dei gatti alle cure
intraprese. Alcune forme, per esempio, regrediscono in modo definitivo con
un singolo intervento terapeutico, mentre altre tendono a recidivare nel tempo
o a ripresentarsi ad intervalli più o meno regolari per tutta la vita.
Se non si individua una causa precisa, è bene intraprendere prima di tutto
un trattamento antiparassitario per uccidere sia gli ectoparassiti sia gli endoparassiti.
In caso di insuccesso, si può passare ad una modificazione dietetica, privilegiando
un mangime ipoallergenico (in commercio ne esistono di specifici per gatti) da
somministrare per almeno otto settimane consecutive. Certe forme, poi, rispondono
molto bene ad una cura antibiotica generale, meglio se associata al trattamento
localizzato delle lesioni. Tra i principi attivi utili per tenere sotto controllo
il prurito e l'infiammazione, inoltre, vi sono gli antidegranulanti, gli antistaminici
e gli acidi grassi essenziali, alcuni dei quali possono anche essere dispensati
localmente. Anche la medicina naturale (omeopatia, omeotossicologia) può
essere d'aiuto. I farmaci, però, più utilizzati in proposito,
sono i cortisonici, nei confronti dei quali il granuloma eosinofilo ha sempre
una spiccata risposta positiva: trattandosi, però, di medicamenti dei quali
è bene non abusare, è utile provare a ricorrere, prima di instaurare
un trattamento cortisonico, ad altre cure. In ogni caso, è bene evitare
l'automedicazione e rivolgersi al medico veterinario, che imposterà la
terapia più adatta al singolo caso. |
Questa
pagina è stata liberamente tratta da "Amici di Casa" - anno 6- n° 8/9 -
Agosto/Settembre 2005 |
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