KIWI THE CAT
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LA PAGINA DELLA SALUTE
PARASSITI ESTERNI

ACARI DELLA ROGNA
ACARI DELLE ORECCHIE
FUNGHI
PULCI
ZECCHE
MICOSI O TIGNA
PIDOCCHI


ACARI DELLA ROGNA

La rogna è una malattia provocata da acari (che fanno parte della classe zoologica degli aracnidi) che possono infestare cani, gatti e altri mammiferi domestici e che si manifesta soprattutto con problemi a livello della pelle. Ne esistono diverse forme che variano in relazione al parassita che ha causato l'infestazione.
Una delle principali caratterische biologiche di questi piccoli organismi è quella di scavare lunghe gallerie nello strato della pelle degli animali che li ospitano.

ROGNA AURICOLARE
La rogna auricolare è un'infestazione che colpisce cani, gatti e piccoli mammiferi domestici (tra cui soprattutto il furetto ed il coniglio), ed è nota con diversi nomi: rogna auricolare,
oto-acariasi e otite parassitaria
.
Gli acari che la causano si localizzano nel condotto auricolare (orecchio esterno) dell'ospite, provocandogli in intenso prurito.
Gli animali infestati si grattano incessantemente le orecchie con le zampe posteriori (fino a causarsi lesioni sanguinanti e croste sui padiglioni auricolari) e scuotono continuamente il capo per il fastidio che provocano a livello delle orecchie.
La pulizia del canale auricolare consente di portare in superficie un cerume molto caratteristico, a scaglie, di colore marrone scuro e piuttosto consistente.
La diagnosi può essere formulata da un medico veterinario che, grazie ad un otoscopio, può osservare gli acari presenti nell'orecchio esterno degli animali.
L'otite che ne consegue può facilmente complicarsi se non si interviene tempestivamente, per l'azione di altri microrganismi patogeni (perlopiù batteri e lieviti).
Il trattamento per curare la rogna auricolare si basa sulla somministrazione di specifici preparati acaricidi ad azione locale e generale, cui va accompagnata la regolare pulizia del condotto auricolare, da protrarre talvolta anche per settimane, fino a completa scomparsa del cerume.

LA ROGNA SARCOPTICA
Conosciuta anche con il nome di scabbia, la rogna sarcoptica o notoedrica è causata da una serie di acari capaci di colpire numerose specie di animali, tra cui il cane, il gatto, l'uomo e altri piccoli mammiferi domestici.
I parassiti responsabili, pur appartenendo a specie diverse, si trasmettono facilmente da un animale all'altro, diventando un rischio anche per l'uomo.
L'infestazione, molto contagiosa, provoca intenso prurito, che dà origine inevitabilmente ad areee infiammate, caduta del pelo, ferite, croste, piaghe e successiva irruzione secondaria di batteri che provocano infezioni della pelle.
La diagnosi viene formulata dal medico veterinario dopo una scarificazione profonda della pelle: con un bisturi il medico gratta le lesioni sospette fino a farle sanguinare, per ottenere così del materiale da porre su un vetrino per osservarlo al microscopio alla ricerca degli acari.
Oggi, fortunatamente, la rogna sarcoptica non è difficile da curare: la ricerca scientifica, infatti, ha messo a punto negli ultimi decenni numerosi principi attivi efficaci e privi di tossicità per gli animali, grazie ai quali la guarigione avviene rapidamente e senza grossi problemi.

LA ROGNA DERMODETTICA
La rogna dermodettica, o rogna rossa, è una infestazione causata dall'acaro Dermodex canis, che si localizza nei follicoli piliferi e nelle ghiandole sebacee dell'ospite,
Si tratta, a differenza degli altri organismi che fanno parte dell'ordine zoologico d'origine, di un parassita specie-specifico, che interessa esclusivamente la specie canina.
Gli acari vengono trasferiti da mamma cagna ai suoi piccoli durante l'allattamento, nel corso dei primi giorni di vita: interessano, pertanto, quasi esclusivamente i cuccioli (è possibile tuttavia trovarli anche negli animali adulti), ma non sono trasmissibili da un soggetto all'altro.
La rogna dermodettica non provoca prurito e si manifesta perlopiù in forma localizzata, con piccole aree alopeciche (senza pelo) a livello del muso.
Di solito la rogna rossa si auto-limita, cioè guarisce da sola, ma può degenerare, in situazioni di immunodepressione (malattie, convalescenza, situazioni che generano stress all'animale) in una forma generalizzata, caratterizzata da diffuse aree senza pelo che possono facilmente essere colpite da infezioni batteriche secondarie.
Nei casi più gravi, poi, si possono osservare aumento di volume dei linfonodi, debilitazione generale, estese areee di alopecia, infiammazione diffusa e secchezza della cute.
Secondo alcuni dermatologi veterinari, gli acari della rogna rossa sono sempre presenti in tutti i cuccioli, ma non determinano necessariamente problemi se le condizioni generali degli animali sono buone: la loro capacità di causare la malattia, quindi, deriverebbe da stati patologici di altro genere, capaci di innescare l'affezione in seguito all'abbassamento delle difese immunitarie.
La cura della rogna dermodettica in forma generalizzata è spesso piuttosto problematica: nei casi più resistenti sono indicati trattamenti localizzati associati a somministrazione di farmaci per via generale.

LA CHEYLETIELLOSI
Causata da parassiti appartenenti al genere cheyletiella, la cheyletiellosi è un tipo di rogna che colpisce cani, gatti, uomini e anche altri piccoli mammiferi domestici.
Come nel caso della rogna sarcoptica, i parassiti si trasmettono con notevole facilità dagli animali malati a quessi sani, potendosi diffondere comunemente anche da una specie all'altra. E' quindi piuttosto infettiva ed è pertanto necessario fare attenzione e curarla il più rapidamente possibile.
I sintomi principali di questa infestazione sono il prurito (da cui possono derivare lesioni dermatologiche di diverso genere) e la desquamazione cutanea, a volte così intensa da averle valso l'appellativo di "forfora che cammina".
L'individuazione degli acari responsabili è piuttosto semplice. Il veterinario appoggia sulle parti del corpo sospette un pezzetto di nastro adesivo e trasferisce la striscia, con quanto rimane attaccato sulla sua superficie inferiore, su un vetrino per l'osservazione al microscopio alla ricerca dei parassiti.
Anche la cura non riserva in genere problemi di sorta. I preparati specifici attivi contro la rogna sarcoptica e la rogna auricolare si sono rivelati efficaci anche nei riguardi della cheyletiellosi e l'animale guarisce rapidamente.

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ACARI DELLE ORECCHIE

L'otoacariasi è una rogna auricolare molto contagiosa: colpisce gli animali domestici e porta allo sviluppo di gravi otiti di tipo ceruminoso. Questo parassita, un piccolissimo acaro, causa prurito spesso insopportabile che porta a gravi episodi di autolesione da parte degli animali. Causano problemi solo se presenti in gran numero. Puliamo regolarmente le orecchie del nostro gatto e controlliamole: gli acari sono molto contagiosi e spesso attaccano tutti gli animali presenti in casa. I parassiti si riproducono molto velocemente soprattutto nella stagione calda. Inizialmente non danno problemi ma con il passare delle settimane provocano un’otite molto fastidiosa per il gatto. Se la parassitosi si trascina senza essere curata può danneggiare seriamente il timpano e portare a sordità. Meglio far visitare subito il gatto che ha cerume nero e maleodorante, si gratta le orecchie e scuote la testa. Il veterinario potrà facilmente individuare gli acari e prescrivere la cura adatta che consiste nel mettere alcune gocce di medicinale nelle orecchie del gatto per una settimana circa. Prima di mettere le gocce, però, si deve cercare di asportare il più possibile di cerume nero con un batuffolo di cotone o un bastoncino igienico per orecchie.
Come pulire le orecchie del gatto: bagnare un batuffolo di cotone con un po’ di olio detergente per bambini e rimuovere il cerume presente. Pulire delicatamente le orecchie con movimenti circolari ma non spingere mai il batuffolo nel condotto uditivo interno.

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FUNGHI

Le cosidette micosi cutanee provocano lesioni che si presentano con zone senza peli o con peli spezzati nonché irritazioni. Esistono casi in cui soggetti ammalati non presentano i sintomi di questa malattia. Queste affezioni cutanee possono essere contagiose per l'uomo.

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PULCI

Le pulci sono insetti ematofagi, si nutrono quindi del sangue di cani e gatti. Si differenziano dagli altri insetti perchè sono appiattite lateralmente e dotate di forte muscolatura che consente di fare grandi salti (33 cm in altezza e 50 cm di lato). Le specie che si ritrovano più frequentemente sugli animali da compagnia nel nostro paese sono: Ctenocephalides felis felis (specie dominante sia su gatti sia su cani) e Ctenocephalides canis.
Ciclo vitale:
Il ciclo biologico della pulce prevede 4 stadi: - uovo - larva - pupa - adulto.
Solo le pulci adulte si comportano da ectoparassiti permanenti, cioè non si allontanano mai dall'ospite sia esso cane o gatto. Dei 4 stadi la fase adulta occupa solo il 5% dell'intera vita della pulce. Dopo il "pasto di sangue" maschio e femmina si accoppiano e dopo 1-2 giorni la femmina depone 40-50 uova al giorno per un totale di 2.000 uova nell'arco della vita. Le uova deposte non restano sull'animale ospite ma cadono al suolo. Dopo circa 2 giorni le uova si schiudono e escono le larve che tendono ad approfondirsi nel materiale del nido (fessure del pavimento, della cuccia, tappeti, cuscini) e si nutrono delle feci degli adulti (utilizzando l'emoglobina contenuta nelle feci come nutriente). Le larve evolvono in 8 giorni quindi si impupano in un bozzolo di seta. Dopo 15 giorni circa emergono gli adulti attratti dalle fonti di anidride carbonica (CO2), dal calore e dalle vibrazioni del suolo.

Per il trattamento e il controllo delle infestazioni da pulci occorre considerare l'ambiente domestico, che rappresenta l'habitat ideale e l'elevato potenziale biotico del parassita, cioè la capacità di deporre un elevato numero di uova che si disperdono soprattutto nei luoghi frequentati dal cane o dal gatto. Per essere efficace il trattamento deve riguardare sia l'ospite (dove si è insidiata la pulce adulta) sia l'ambiente (dove si trovano le larve e le pupe). Oltre ai classici adulticidi (preparati che agiscono direttamente sulle pulci adulte) esistono regolatori di crescita che agiscono sulle forme in via di sviluppo. Vengono somministrati al cane o al gatto in modo da essere consumati dalle pulci adulte durante il pasto di sangue. I principi attivi vanno poi a finire nelle feci dei parassiti. Attraverso le feci vengono quindi assunti dalle forme larvali. L'effetto è l'inibizione della capacità delle larve di svilupparsi. Tenere sotto controllo l'ambiente è molto importante soprattutto per quei cani o gatti che presentano forme di dermatite allergica da pulci causata dalle sostanze presenti nella saliva dei parassiti. La trasmissione di malattie da parte delle pulci non è un grande problema negli ospiti naturali come il cane e il gatto. Si sospetta invece la capacità di trasmettere alcune patologie all'uomo, soprattutto ai bambini. Questo rappresenta un problema sanitario importante.

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ZECCHE

Il posto d'onore tra tutti i parassiti che infestano i nostri animali domestici, e che possono procurare fastidi anche a noi, spetta senza dubbio alle zecche. La bibliografia veterinaria è piena di scritti sulla malattia di Lyme. Meno nota agli specialisti ma altrettanto dannosa è la febbre bottonosa, chiamata anche febbre del Carducci. E' frequente nell'area del Mediterraneo ed è legata a un microrganismo che si chiama Rickettsia conori. Questo microbo viene veicolato all'uomo da una zecca, Ripicephalus sanguineus che è la tipica zecca del cane. Il ciclo del Ripicephalus sanguineus è a tre ospiti e passa per tre stadi: - larva - ninfa -adulto. Il microbo presenta un forte dimorfismo sessuale (il maschio misura pochi millimetri, mentre la femmina dopo il pasto di sangue è lunga anche più di un centimetro). Il ciclo si definisce a tre ospiti perché larva e ninfa (gli stadi giovanili) si compiono sull'ospite. Dopo il pasto di sangue abbandonano l'ospite per scendere a terra. Qui avviene la trasformazione nello stadio successivo. A questo punto l'adulto ha bisogno di nuova attività ematofaga (pasto di sangue) per riprodursi. E' proprio durante questo pasto di sangue che il parassita trasmette l'agente della febbre bottonosa all'animale. Normalmente non si manifestano sintomi.
Il rischio per l'uomo:
L'uomo è un ospite accidentale del Ripicephalus sanguineus. Può essere infettato anche entrando semplicemente in contatto con l'emolinfa della zecca. Se viene morso dopo circa una settimana dall'inoculazione, nel punto in cui è avvenuta, si forma un'ulcera rossastra circondata a volte da una crosta nerastra arrotondata (da cui il nome febbre bottonosa). Si hanno poi febbre, cefalee, dolori muscolari ed articolari. I sintomi durano circa una settimana e sono accompagnati dall'eruzione di papule sul corpo. L'esito è generalmente benigno, salvo rari casi.
Vigilanza:
La presenza della febbre bottonosa nelle nostre regioni costiere non deve scatenare allarmi particolari, ma deve indurre a vigilare sul problema zecche soprattutto da parte dei proprietari di cani. Al rientro dalle passeggiate, gli animali vanno ispezionati sulle orecchie, sul collo e sugli arti dove il parassita si localizza frequentemente. Va ispezionato anche il luogo dove l'animale vive e riposa abitualmente. Le intercapedini di legno delle cucce aumentano il "rischio zecca". L'ambiente preferito dal Ripicephalus sanguineus sono i terreni incolti e le aree rurali. La presenza di pecore o animali selvatici favorisce la presenza di questo parassita.
Eliminazione:
Una volta individuata la zecca il metodo migliore per estrarla è quello di utilizzare una pinzetta ricurva per afferrarla alla base del capo e ruotata alternativamente come per "svitarla", una manualità che dovrebbe svolgere comunque il veterinario. In ogni casol'animale andrebbe trattato con prodotti esistenti in commercio repellenti nei confronti delle zecche.

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MICOSI O TIGNA

I funghi o miceti sono onnipresenti nell’ambiente e quelli patogeni sono responsabili di patologie noiose dette micosi o tigna che solo raramente sono gravi e spesso si presentano in soggetti predisposti perché magari debilitati o con altre lesioni cutanee. Le lesioni che provocano sono molto variabili, spesso non pruriginose o moderatamente pruriginose, con perdita di pelo senza gravi lesioni cutanee. Spesso hanno l’aspetto di lesioni alopeciche circolari più ò meno grandi con un modesto alone eritematose (arrossamento). Per la variabilità dei sintomi, spesso simili ad altre patologie, non è possibile fare diagnosi certa solo osservando le lesioni ma è sempre necessario un esame colturale che confermi il sospetto di micosi e che identifichi il tipo di fungo responsabile.

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PIDOCCHI

Sono parassiti specifici del gatto che vivono sulla cute e morsicandola provocano desquamazione e prurito. Gli insetti adulti si individuano con difficoltà mentre le loro uova biancastre (lendini) sono facilmente visibili sui peli. Non colpiscono l'uomo.

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DIZIONARIO

Anticorpi
Sostanze proteiche prodotte dall'organismo per reazione all'introduzione di antigeni.

Batterio
Microrganismo unicellulare senza nucleo distinto.

Microrganismi
Nome generico di tutti gli organismi che non sono visibili ad occhio nudo (esempio: batteri, protozoi, muffe).


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