Ricordo
come se fosse oggi il giorno in cui ci incontrammo... Io ero una scolaretta
di seconda elementare e Tu eri giovincello... Abitavi a casa dello zio Giancarlo,
in una voliera insieme a tuo fratello e ad altri canarini ma... già...
ma non ti volevano... Ti beccavano, eri tutto spennato sulla testina e sul collo,
fin sulle ali, senza coda... ed io scelsi te! Ricordo ancora la mamma e lo
zio che mi consigliavano di prendere un altro uccellino, non eri bello così
spennato! Ma io, testarda: "Voglio Lui!" E ti chiamai Patuffolino. Dopo
un mese le piume iniziarono a ricrescere e diventasti bellissimo! Non hai
mai avuto figli tuoi ma sei stato un ottimo papà per tutti i trovatelli
che cadevano dal nido: li imboccavi e poi, quando i genitori ritrovavano i loro
pulcini, li lasciavamo liberi. Tranne quella volta con Ciuffolotta, un fainello
caduto dal nido in campeggio a Gallipoli, mai nessun uccellino si avvicinò
alla gabbia per reclamare quel pulcino e lei non accettava di essere imbeccata
da un umano e rischiava di morire. Tu l'hai imbeccata e l'hai salvata. E' vissuta
con noi alcuni anni poi una paralisi l'ha fatta volare sul Ponte dell'Arcobaleno.
Tu l'imbeccavi ancora nei suoi ultimi giorni di vita, non riusciva più
a saltare sulla mangiatoia, rimaneva accasciata nel nido che le avevamo preparato.
Non amavi fare il bagnetto tuffandoti nella vaschetta, preferivi zampettare lungo
il suo perimetro ,bagnarti il becco e lisciarti le piume; ogni tanto ti facevo
un dispettino e ti spingevo dentro. Ricordo quando, in casa, aprivo la porta
della gabbia e la bloccavo con una molletta: uscivi ed entravi a tuo piacimento,
volavi per casa, facevi il giro delle sedie e del lampadario e mi volavi sulla
mano. Ricordo che quando sentivi la mia voce, mentre giocavo in cortile,
mi chiamavi ed io ti rispondevo. Ricordo che mi chiamavi quando vedevi che
stavo mangiando qualcosa perchè eri un golosetto e ne volevi un pezzettino...
e non importa cosa fosse: formaggio, prosciutto, carne, frutta... l'importante
era che te lo offrissi io, non lo accettavi da nessun altro. Ricordo che iniziai
ad avvertire un dolore sordo al cuore, un malessere che non riuscivo a spiegarmi.
Tu eri ancora "arzillo" nei tuoi 17 anni, io non capivo perchè
mi sentivo così male. L'ho capito solo qualche giorno dopo, quando hai
iniziato a non reggerti più sulle zampine. Ricordo che ti sei spento
piano piano, ti consumavi come una candelina, adorabile vecchietto di 17 anni.
Ti offrivo l'acqua con il contagocce e sbeccottavi i semini in uno scodellino
piccolo come un ditale, anche tu adagiato nel nido. E la notte che volasti
sul Ponte, una parte del mio cuore è volata lassù insieme a te.
Era il 25 Novenbre 1984. Mi sono strappata un capello e l'ho legato ad una
tua zampina... Perdonami se ti ho strappato una piumetta della coda, la conservo
in una scatolina d'argento a forma di cuore. Riposi sotto una pianta di ortensia,
adagiato nel tuo nido, avvolto in un mio fazzoletto.
Dolce, Piccolo Grande Aquilotto del Mio Cuore. Ti voglio tanto bene. La
tua Isabella ~Sono
trascorsi 18 anni...~ ~ In tutto questo tempo non sono mai riuscita a scrivere
le parole per ricordarTi. Questa notte, venerdì 15 Marzo 2002, non so come
non so il perchè, queste parole si sono stampate nella mia mente anche
se erano da sempre nel mio cuore.~ |