Venezia,
29 Giugno 2010, 16:12 Milla,
micia tricolore. Le nostre vite si sono incrociate per puro caso nel febbraio
2008. Casa nuova, il nostro amato micio Polpetta che si sentiva un po' solo, una
ricerca in internet per una "micia tricolore", et voilà, sei apparsa tu, insieme
con tuo fratello, due micioni cresciuti a dismisura, vittime di un destino triste
e comune purtroppo a tanti altri mici: la loro umana è troppo anziana, i figli
ricoverano la madre in un ospizio… ma che fare dei suoi gatti? Voi
non siete finiti in gattile, perché la vecchina vi amava tanto e così siete restati
per più di un anno da soli in quell'appartamento, con qualcuno che ogni tanto
vi veniva a dar da mangiare, in condizioni igieniche definite "oscene" da chi
poi è venuto, finalmente, a prendersi davvero cura di voi. Ma
io cerco una micia, non due. La casa nuova non è così grande. Però i vostri sguardi
tristi e spaventati, la vostra storia, mi scavano dentro. Controllo sempre se
siete ancora lì, se qualcuno si è deciso a prendersi cura di voi come meritate. Poi,
quel 23 di febbraio accade l'imprevisto. Scopro nel peggiore dei modi che Polpetta
ha una malattia cardiaca e dopo una disperata corsa all'ospedale veterinario,
il nostro amato pelosino muore, lasciandoci desolatamente soli. Le settimane successive
sono un incubo, perché non riesco a dare un senso a quello che ci è successo.
Perché il nostro amato Polpetta è morto? Io non voglio un altro micio, voglio
LUI. E intanto, il ricordo di voi due continua a scavare dentro di me. Scava,
scava, finchè mi rendo conto che vi penso tanto e sono in pena per voi, perché
nessuno vi vuole e forse nessuno vi vorrà mai. E' un'ingiustizia, così come è
un'ingiustizia che io abbia perso così il micio che amavo tanto. Si fa strada
nella mia testa quest'idea: sia io che voi abbiamo perso qualcuno che amavamo
e forse è questo che dà un senso a tutta questa storia ed è per questo che le
nostre vite si incrociano. Dopo mille dubbi, faccio il numero e parlo con chi
vi ha portato via da quell'appartamento vuoto. Meo e Milla finalmente hanno una
nuova casa mentre Serena e Ivano hanno finalmente qualcuno che li amerà di nuovo. In
questi due anni ci avete reso sereni e felici. Due mici che si amano al punto
di sembrare un essere solo, ma che non lasciano fuori il resto del mondo. Dopo
pochi giorni dal vostro arrivo, Milla, mi sei saltata in braccio e ti sei nascosta
tra le mie braccia, tenendomi stretta, come a dire "Non mi lasciare mai". Quel
tuo modo di abbracciarmi e stringerti a me è stato il più bel ricordo di questi
due anni ma ce ne sono tantissimi altri. Non è stato difficile amarti: ci hai
conquistato con la tua dolcezza ed il tuo carattere. Ti abbiamo trovato una miriade
di nomignoli e vezzeggiativi… la bambolina, la piccola di casa, la tecnica della
Pan(z)asonic (quando ti infilavi dietro la TV!), Lola Pance… ce n'era sempre uno
di nuovo, sia per te che per tuo fratello. Ci
facevi morir dal ridere quando, nonostante la tua silhouette non proprio atletica,
ti lanciavi nelle corse più sfrenate, con in bocca il tuo topone preferito, oppure
ti aggiravi tutta nervosa per la casa, miagolando forte, perché sapevi che c'era
la pizza in preparazione e ti spettava un pezzetto di prosciutto. Avevi reso piacevole
perfino fare le faccende, perché se io ero in casa, tu eri sempre accanto a me,
intenta a controllare tutto quello che facevo, o solo per il piacere di restarmi
vicina. Mi facevi disperare quando mi tiravi fuori tutti gli asciugamani dall'armadio,
oppure quando non coprivi bene le tue cosette in lettiera, perché tu, principessina,
avresti voluto sempre la sabbietta fresca di sacchetto… eppure bastava che tu
sfoderassi quel tuo "sguardo amoroso" perché io mi dimenticassi di tutto. Ci
hai dato tanto amore e ti fidavi di noi… ti abbiamo delusa? Avremmo potuto fare
di più? Sono queste le domande che mi tormentano, ora che non ci sei più. Ancora
una volta, non è giusto. In poco più di venti giorni, da quel tremendo 2 giugno,
quando scoprii un bozzo sul collo, te ne sei andata dalle nostre vite. Non è giusto
che tu non sia più qui, con chi ti amava. Io ti voglio qui con me. Il
tuo Meo, la mattina del 25 giugno, l'ultima volta che vi siete visti, ti guardava
pensieroso, serio, e ascoltava con attenzione il tuo respiro pesante. Da qualche
giorno ti stava attorno e ti osservava, cauto, quasi avesse il sentore di ciò
che stava per succedere. Più tardi, nel momento in cui tu volavi via era nascosto
sotto il letto, nel tuo posticino preferito. Sono sicura che sei volata prima
da lui per dirgli addio. Addio
bambolina. Ti amiamo tanto. Ci
manchi da morire. Serena,
Meo e Ivano Milla nelle nostre vite dal 20 aprile 2008 al 25 giugno 2010. |