Firenze,
4 Gennaio 2010, 21:10 Rocco
è di nuovo ricoverato. Non abbiamo fatto in tempo a gioire per i risultati dei
reni tornati normali (creatinina 1,54, azotemia 31, rene sinistro di nuovo irrorato
di sangue), già durante l'ecografia miagolava in un modo strano e aveva fatto
(col senno di poi: perso) pipì, poi anche durante il ritorno, un miagolio non
di nervosismo ma di star male. Arrivo a casa e rimane sdraiato nel trasportino,
non esce. Sarà stressato... Lo metto sul lettino in cameretta, do pappa a Tina
e Bruno, ma non si riprende. Lo copro con una copertina, chiamo la clinica,
la vet che lo ha appena visto è già andata via (il Doc stava operando stasera
e ci avevo scambiato solo 2 parole). Mi risponde uno, mah, lo stress, boh... Lui
rimane sempre spiaccicato sul lettino. Finché non lo prendo in collo e mi gira
la testa all'indietro... come morto, come i bambini che non reggono la testa...
Ritelefono, mi risponde il Doc, "Sono io, lo riporto perché sta male". L'ho voluto
portare subito anche perché così c'era ancora lui. A tutta manetta, non c'era
traffico per fortuna, lascio la macchina lì a cazzo di cane, entro e busso. Emergenza!
Il Doc lo tocca, gli cerca il "polso"... collasso da istamina. Pressione bassissima.
Gli fa 2 iniezioni, antistaminico e una piccola dose di cortisone, e aspettiamo.
Lo tengo coperto con il pile con cui copro il trasportino. Non posso dire che
si sia veramente ripreso quando sono andata via perché era ancora mogissimo, ma
almeno non ciondolava più la testa e il vet ha detto che si stava "riscaldando".
Mi ha detto che queste botte di istamina sono tipiche del suo tumore (a questo
punto bisogna sospettare che ci sia qualcosa anche "dentro": midollo? milza?)
e che anzi la manipolazione stessa può provocarle. Domattina ci risentiamo...
Penso che prima delle 8 chiamerò già per sapere come ha passato la notte e poi
più tardi per parlare con il Doc. Sono distrutta. Firenze,
5 Gennaio 2010, 07:38 Rocco
non c'è più. E' volato via questa notte. Firenze,
5 Gennaio 2010, 20:17 Ok,
ora dopo le lacrime è necessario che vengano anche le parole. Io ero piuttosto
in ansia già dalla scoperta dei bubboni dietro le orecchie a metà dicembre (anche
perché per la prima volta avevo visto il Doc non sapere che pesci prendere), e
poi sempre più in questi ultimi giorni. Mi era chiaro che questo sarebbe stato
il nostro ultimo Natale, il nostro ultimo Capodanno, anche se forse non mi rendevo
conto di quanto poco tempo mancava. Anche perché fino a pochi giorni fa Rocco
tutto sommato ha avuto una buona qualità di vita. Però in questi ultimi giorni,
e soprattutto durante quelli di day hospital, a ogni coccola - mentre magari avrei
avuto da fare - pensavo, "falla ora, falla ora, che poi lo rimpiangerai"... Eppure
rimpiango anche quei pochi minuti tolti alle coccole, se lo prendevo dalle mie
gambe e lo lasciavo sulla sedia per alzarmi. Più di tutto rimpiango di non essere
stata con lui sempre in questi giorni per via del ricovero, e soprattutto stanotte.
Col senno di poi, avrei forse potuto lasciarlo morire a casa... ma chi va a pensare? Si
spera sempre in una ripresa che a casa non possiamo offrire. Stamani quando mi
sono alzata, già avevo una sensazione strana, eppur tranquilla. Alle 7.35 quando
è squillato il cellulare, e per giunta ho visto che era un cellulare non memorizzato,
ho capito subito ancor prima di rispondere. Poi ho riconosciuto la voce del vet
che mi diceva: "Silvia...". E beh, non ci sarebbe stato neanche bisogno che continuasse. Ma
c'era un peso già da giorni nell'aria. Sabato, quando lo portai perché vomitava,
feci in tempo a vedere nella stanzetta ancora al buio dell'ecografia un cane sul
tavolo di metallo coperto come da un telo. Non mi ci è voluto molto a capire,
e poi i discorsi fra i vet me l'hanno confermato, che era morto. Ieri sera,
quando ero andata a riprendere Rocco alle 18.30, c'erano delle donne con una cagnolina
che doveva essere soppressa perché aveva un tumore. E poi c'ero io. Da qualche
giorno ormai mi sentivo addosso una stanchezza che non era solo il sonno perso
o la preoccupazione. Una stanchezza mai provata neanche nei momenti più difficili.
Era stanchezza di lottare, energie che se ne andavano. Da Rocco, probabilmente,
e per osmosi da me. Stamattina la vet me lo ha reso nel trasportino avvolto
in delle traversine, mi ha chiesto se lo volevo vedere, lì ho detto no... Poi
mi ha detto che per seppellirlo avrei comunque dovuto togliere le traversine che
sono di plastica, lì per lì ho pensato, "see, vabbè", poi però a casa, e non certo
per coscienza ecologica, ho capito che le dovevo togliere, glielo dovevo al mio
tatino che non ero stata nemmeno con lui nella sua ultima ora. Così le ho tolte
e l'ho messo nella scatola di cartone del Vaporì Ariete, dove gli piaceva tanto
nascondersi e giocare. Era già irrigidito, ma ancora leggermente tiepido, o forse
era la mia sensazione, e gli ho dato un bacino sulla testolina. Poi ho chiuso
la scatola e l'ho messa nel congelatore (!) in attesa di portarlo in campagna
dai miei dove riposerà nella vigna. Poi fra una scusa inventata e una scusa
vera (la colica di reni del babbo) non sono andata a lavorare. Mi si è a un
certo punto intasato il cellulare per cui non riuscivo più a mandare sms, quindi
se non avete avuto risposta da me vi chiedo scusa. Tina e Bruno. Io non avevo
mai fatto esperienza di perdere un animale avendone altri, ma a questo punto confermo
chi dice che se ne accorgono eccome. Soprattutto Bruno. Non perché la Tina non
mi sia affettuosa, ma in Bruno si nota di più perché in quella sua esagerata,
scandalosa vitalità oggi c'è un'ombra di mestizia. E' più calmo (per quanto possa
essere calmo Bruno, eh, intendiamoci) e sicuramente ha capito qualcosa. Anche
perché, dopo aver "messo via" Rocco, ho lasciato intenzionalmente fuori le traversine
in cui era avvolto, perché le annusasse e in quel loro misterioso modo prendesse
coscienza. Ora c'è da pensare al dopo, che porterà anche un "successore". Mi
sono mossa subito non perché voglia trovarlo domani, ma proprio perché so che
sarà una selezione lunga. E poi perché è nella mia natura adattarmi, in modo animalesco
quasi, alle brutte cose e alle perdite di chi mi è caro. Mi calo a piombo in questa
nuova realtà dove tutto appartiene al passato, dove si dà un colpo di spugna alle
abitudini, anche se è stato solo stanotte. Ho già riguardato dei video di Rocco,
alcune foto, e sento già una distanza che è quella fra dimensioni totalmente diverse.
Non so spiegarlo bene. Ciò non toglie che ho pianto e singhiozzato e certo ancora
lo farò. Per
finire, una canzone. http://www.youtube.com/watch?v=Po4WJfrmUrg
La
costruzione di un amore spezza le vene delle mani mescola il sangue col
sudore se te ne rimane
La
costruzione di un amore non ripaga del dolore è come un altare di sabbia in
riva al mare La
costruzione del mio amore mi piace guardarla salire come un grattacielo
di cento piani o come un girasole ed
io ci metto l'esperienza come su un albero di Natale come un regalo ad una
sposa un qualcosa che sta lí e che non fa male E
ad ogni piano c'è un sorriso per ogni inverno da passare ad ogni piano un
Paradiso da consumare dietro
una porta un po' d'amore per quando non ci sarà tempo di fare l'amore per
quando vorrai buttare via la mia sola fotografia E
intanto guardo questo amore he si fa più vicino al cielo come se dopo tanto
amore bastasse ancora il cielo e
sono qui e mi meraviglia tanto da mordermi le braccia, ma no, son proprio
io lo specchio ha la mia faccia sono
io che guardo questo amore che si fa più vicino al cielo come se dopo l'orizzonte ci
fosse ancora cielo
e
tutto ciò mi meraviglia tanto che se finisse adesso lo so io chiederei che
mi crollasse addosso E
la fortuna di un amore come lo so che può cambiare dopo si dice l'ho fatto
per fare ma era per non morire si
dice che bello tornare alla vita che mi era sembrata finita che bello tornare
a vedere e quel che è peggio è che è tutto vero perché La
costruzione di un amore spezza le vene delle mani mescola il sangue col
sudore se te ne rimane la
costruzione di un amore non ripaga del dolore è come un altare di sabbia
in riva al mare E
intanto guardo questo amore he si fa più vicino al cielo come se dopo tanto
amore bastasse ancora il cielo e
sono qui e mi meraviglia tanto da mordermi le braccia, ma no, son proprio
io lo specchio ha la mia faccia sono
io che guardo questo amore che si fa grande come il cielo come se dopo l'orizzonte ci
fosse ancora cielo e tutto ciò mi meraviglia tanto che se finisse adesso lo
so io chiederei che mi crollasse addosso Sì.
I.
Fossati Silvi |