KIWI THE CAT
THE WONDERFUL WONDERFUL CAT
IN LOVING MEMORY
ROCCO

Rocco.


Rocco
(Gatto Comune Europeo - European Common Cat)

Giugno 2005
5 Gennaio 2010

Firenze, 4 Gennaio 2010, 21:10

Rocco è di nuovo ricoverato. Non abbiamo fatto in tempo a gioire per i risultati dei reni tornati normali (creatinina 1,54, azotemia 31, rene sinistro di nuovo irrorato di sangue), già durante l'ecografia miagolava in un modo strano e aveva fatto (col senno di poi: perso) pipì, poi anche durante il ritorno, un miagolio non di nervosismo ma di star male. Arrivo a casa e rimane sdraiato nel trasportino, non esce. Sarà stressato... Lo metto sul lettino in cameretta, do pappa a Tina e Bruno, ma non si riprende. Lo copro con una copertina, chiamo la clinica, la vet che lo ha appena visto è già andata via (il Doc stava operando stasera e ci avevo scambiato solo 2 parole). Mi risponde uno, mah, lo stress, boh... Lui rimane sempre spiaccicato sul lettino. Finché non lo prendo in collo e mi gira la testa all'indietro... come morto, come i bambini che non reggono la testa... Ritelefono, mi risponde il Doc, "Sono io, lo riporto perché sta male". L'ho voluto portare subito anche perché così c'era ancora lui. A tutta manetta, non c'era traffico per fortuna, lascio la macchina lì a cazzo di cane, entro e busso. Emergenza! Il Doc lo tocca, gli cerca il "polso"... collasso da istamina. Pressione bassissima. Gli fa 2 iniezioni, antistaminico e una piccola dose di cortisone, e aspettiamo. Lo tengo coperto con il pile con cui copro il trasportino. Non posso dire che si sia veramente ripreso quando sono andata via perché era ancora mogissimo, ma almeno non ciondolava più la testa e il vet ha detto che si stava "riscaldando". Mi ha detto che queste botte di istamina sono tipiche del suo tumore (a questo punto bisogna sospettare che ci sia qualcosa anche "dentro": midollo? milza?) e che anzi la manipolazione stessa può provocarle. Domattina ci risentiamo... Penso che prima delle 8 chiamerò già per sapere come ha passato la notte e poi più tardi per parlare con il Doc.
Sono distrutta.

Firenze, 5 Gennaio 2010, 07:38

Rocco non c'è più. E' volato via questa notte.

Firenze, 5 Gennaio 2010, 20:17

Ok, ora dopo le lacrime è necessario che vengano anche le parole.
Io ero piuttosto in ansia già dalla scoperta dei bubboni dietro le orecchie a metà dicembre (anche perché per la prima volta avevo visto il Doc non sapere che pesci prendere), e poi sempre più in questi ultimi giorni. Mi era chiaro che questo sarebbe stato il nostro ultimo Natale, il nostro ultimo Capodanno, anche se forse non mi rendevo conto di quanto poco tempo mancava. Anche perché fino a pochi giorni fa Rocco tutto sommato ha avuto una buona qualità di vita. Però in questi ultimi giorni, e soprattutto durante quelli di day hospital, a ogni coccola - mentre magari avrei avuto da fare - pensavo, "falla ora, falla ora, che poi lo rimpiangerai"... Eppure rimpiango anche quei pochi minuti tolti alle coccole, se lo prendevo dalle mie gambe e lo lasciavo sulla sedia per alzarmi. Più di tutto rimpiango di non essere stata con lui sempre in questi giorni per via del ricovero, e soprattutto stanotte. Col senno di poi, avrei forse potuto lasciarlo morire a casa... ma chi va a pensare?
Si spera sempre in una ripresa che a casa non possiamo offrire. Stamani quando mi sono alzata, già avevo una sensazione strana, eppur tranquilla. Alle 7.35 quando è squillato il cellulare, e per giunta ho visto che era un cellulare non memorizzato, ho capito subito ancor prima di rispondere. Poi ho riconosciuto la voce del vet che mi diceva: "Silvia...". E beh, non ci sarebbe stato neanche bisogno che continuasse.
Ma c'era un peso già da giorni nell'aria. Sabato, quando lo portai perché vomitava, feci in tempo a vedere nella stanzetta ancora al buio dell'ecografia un cane sul tavolo di metallo coperto come da un telo. Non mi ci è voluto molto a capire, e poi i discorsi fra i vet me l'hanno confermato, che era morto.
Ieri sera, quando ero andata a riprendere Rocco alle 18.30, c'erano delle donne con una cagnolina che doveva essere soppressa perché aveva un tumore. E poi c'ero io. Da qualche giorno ormai mi sentivo addosso una stanchezza che non era solo il sonno perso o la preoccupazione. Una stanchezza mai provata neanche nei momenti più difficili. Era stanchezza di lottare, energie che se ne andavano. Da Rocco, probabilmente, e per osmosi da me.
Stamattina la vet me lo ha reso nel trasportino avvolto in delle traversine, mi ha chiesto se lo volevo vedere, lì ho detto no... Poi mi ha detto che per seppellirlo avrei comunque dovuto togliere le traversine che sono di plastica, lì per lì ho pensato, "see, vabbè", poi però a casa, e non certo per coscienza ecologica, ho capito che le dovevo togliere, glielo dovevo al mio tatino che non ero stata nemmeno con lui nella sua ultima ora.
Così le ho tolte e l'ho messo nella scatola di cartone del Vaporì Ariete, dove gli piaceva tanto nascondersi e giocare. Era già irrigidito, ma ancora leggermente tiepido, o forse era la mia sensazione, e gli ho dato un bacino sulla testolina. Poi ho chiuso la scatola e l'ho messa nel congelatore (!) in attesa di portarlo in campagna dai miei dove riposerà nella vigna.
Poi fra una scusa inventata e una scusa vera (la colica di reni del babbo) non sono andata a lavorare.
Mi si è a un certo punto intasato il cellulare per cui non riuscivo più a mandare sms, quindi se non avete avuto risposta da me vi chiedo scusa.
Tina e Bruno. Io non avevo mai fatto esperienza di perdere un animale avendone altri, ma a questo punto confermo chi dice che se ne accorgono eccome. Soprattutto Bruno. Non perché la Tina non mi sia affettuosa, ma in Bruno si nota di più perché in quella sua esagerata, scandalosa vitalità oggi c'è un'ombra di mestizia. E' più calmo (per quanto possa essere calmo Bruno, eh, intendiamoci) e sicuramente ha capito qualcosa. Anche perché, dopo aver "messo via" Rocco, ho lasciato intenzionalmente fuori le traversine in cui era avvolto, perché le annusasse e in quel loro misterioso modo prendesse coscienza.
Ora c'è da pensare al dopo, che porterà anche un "successore". Mi sono mossa subito non perché voglia trovarlo domani, ma proprio perché so che sarà una selezione lunga. E poi perché è nella mia natura adattarmi, in modo animalesco quasi, alle brutte cose e alle perdite di chi mi è caro. Mi calo a piombo in questa nuova realtà dove tutto appartiene al passato, dove si dà un colpo di spugna alle abitudini, anche se è stato solo stanotte. Ho già riguardato dei video di Rocco, alcune foto, e sento già una distanza che è quella fra dimensioni totalmente diverse. Non so spiegarlo bene. Ciò non toglie che ho pianto e singhiozzato e certo ancora lo farò.


Per finire, una canzone. http://www.youtube.com/watch?v=Po4WJfrmUrg

La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue
col sudore se te ne rimane

La costruzione di un amore
non ripaga del dolore
è come un altare di sabbia
in riva al mare

La costruzione del mio amore
mi piace guardarla salire
come un grattacielo di cento piani
o come un girasole

ed io ci metto l'esperienza
come su un albero di Natale
come un regalo ad una sposa
un qualcosa che sta lí
e che non fa male

E ad ogni piano c'è un sorriso
per ogni inverno da passare
ad ogni piano un Paradiso
da consumare

dietro una porta un po' d'amore
per quando non ci sarà tempo di fare l'amore
per quando vorrai buttare via
la mia sola fotografia

E intanto guardo questo amore
he si fa più vicino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo

e sono qui
e mi meraviglia
tanto da mordermi le braccia,
ma no, son proprio io
lo specchio ha la mia faccia

sono io che guardo questo amore
che si fa più vicino al cielo
come se dopo l'orizzonte
ci fosse ancora cielo

e tutto ciò mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso

E la fortuna di un amore
come lo so che può cambiare
dopo si dice l'ho fatto per fare
ma era per non morire

si dice che bello tornare alla vita
che mi era sembrata finita
che bello tornare a vedere
e quel che è peggio è che è tutto vero
perché

La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane

la costruzione di un amore
non ripaga del dolore
è come un altare di sabbia
in riva al mare

E intanto guardo questo amore
he si fa più vicino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo

e sono qui
e mi meraviglia
tanto da mordermi le braccia,
ma no, son proprio io
lo specchio ha la mia faccia

sono io che guardo questo amore
che si fa grande come il cielo
come se dopo l'orizzonte
ci fosse ancora cielo
e tutto ciò mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso

Sì.

I. Fossati

Silvi



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