In
moltissimi trattati di meteorologia popolare agli animali viene riconosciuta la
capacità della previsione. Sul gatto, in particolare, sono stati descritti
e raccontati numerosi atteggiamenti che lo indicano come suggeritore, con largo
anticipo, di cambiamenti di condizioni climatiche. Nulla a che vedere, ovviamente,
con le connotazioni malvagie e misteriose, nessuna parentela con streghe e demoni,
ma solamente pura sensibilità, propria di tutti gli animali, di percepire
improvvisi mutamenti atmosferici prima ancora che si scatenino. Dunque si tratta
di una dote naturale che permette agli animali selvatici di cercare riparo dalle
intemperie e che, nelle credenze popolari, si è rivelata utile anche per
l'uomo. Le capacità barometriche del gatto vengono però interpretate
in modo diverso da Paese a Paese, da cultura a cultura, e non bisogna stupirsi
se qualche volta il gatto sbaglia… Forse l'errore non è nella sua capacità
di indovino ma, come spesso avviene, nell'umana interpretazione.
Proverbiale
è l'odio del gatto per l'acqua ed è forse per questo che in molte
civiltà il nostro piccolo felino è stato messo in rapporto con la
siccità.
In Cambogia è ancora oggi in uso una strana danza della
pioggia: un gatto viene catturato e portato all'interno di una casa dentro una
gabbia; ogni abitante della zona che invochi l'arrivo della pioggia entra ed annaffia
abbondantemente il povero micio, che con le sue urla commuoverà la dea
Indra e la convincerà ad elargire sul territorio un abbondante acquazzone.
In Francia ed in Italia un segno sicuro di imminente pioggia è il
gatto che si strofina la zampa dietro l'orecchio
, oppure quando si lava più del solito, o ancora quando, appollaiato dietro
una finestra, si lecca il treno posteriore esibendosi in coreografiche capriole.
Per annunciare l'arrivo di una nevicata, invece, il gatto volta la schiena al
fuoco.
In Cina, l'arrivo della pioggia è indicato da un semplice
ammiccamento di occhi, mentre in Scozia lo stesso tipo di previsione viene fatta
dal gatto che raspa contro lo spigolo di un tavolo; in Danimarca è la corsa
senza motivo apparente a segnalare il cattivo tempo.
Ma
se esiste una capacità del gatto di prevedere il tempo, questa si è
rivelata utile per marinai e navigatori. Il gatto, quindi, non è stato
benevolmente accolto sulle imbarcazioni e sui mercantili solo per le sue abilità
predatorie e ratticide che salvaguardavano le stive, ma anche per le sue capacità
di previsione meteorologica. Il gatto che gioca con un vestito o con un grembiule
annuncia una tempesta, mentre se dorme placido e serafico con la testa appoggiata
sulle zampe è assicurata una navigazione tranquilla. Per i pescatori greci
gettare un gatto in mare significa ancora oggi imbattersi volontariamente in una
tempesta. Per invocare il ritorno del vento durante una bonaccia, era il gatto,
protagonista di una cerimonia improvvisata sul ponte, ad agire come intermediario
con Eolo, il dio dei Venti. Il gatto è persino capace di indicare in quale
direzione soffierà il vento: basterà osservare dove volge il suo
sguardo mentre gratta il pavimento, segno appunto dell'arrivo del vento.
Anche se nell'era dei satelliti meteorologici più sofisticati il gatto-meteorologo
ha perduto la sua importanza, conserviamo l'insostituibile patrimonio folcloristico
dei suoi presagi.